Ci sono volti che non si lasciano ritrarre. Scontrosi, si incastrano nella punta della penna che d'improvviso, irrequieta, non si lascia più domare, e recalcitra sul foglio, e costringe la mano ad una doverosa astensione in luogo di uno sgorbio.
Saranno forse i lineamenti? ...Troppo regolari? ...Troppo delicati? ...Troppo complessi?
O sarà piuttosto ciò che governa quella mano e che, incapace a domarsi, irrequieta, si arena su quei lineamenti e s'arrende, sbigottita, non si capacita, si ferma, ammutolisce, si placa: quei volti, quella mano, non riuscirà mai a ritrarli, perché potrebbe invecchiarli, o rovinarli, imbruttirli, sciuparli, sbagliarli, deluderli, violentarli. Non riuscirebbe a coglierne l'essenza, e sarebbe terribile, perché sarebbe come aver tentato di catturarli ed aver sprecato quest'occasione ferendoli a morte.
E quell'essenza, perduta per sempre.
No.
Quei volti rimarranno nella mente.
E nel cuore.
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